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E' stato raggiunto l'accordo tra ChiantiBanca e le organizzazioni sindacali per la gestione degli esuberi individuati dopo l'incorporazione, da parte di ChiantiBanca, di Bcc Pistoia e di Bcc Area Pratese. L'intesa, sottoscritta il 13 luglio presso la Direzione generale di ChiantiBanca a San Casciano Val di Pesa, apre la possibilità a 50 dipendenti di beneficiare del Fondo di solidarietà del Credito cooperativo per anticipare l'età pensionabile per un massimo di cinque anni.
ChiantiBanca garantirà almeno sette accessi all'anno e le ulteriori richieste saranno valutate in base alle disponibilità economiche che l'azienda individuerà anno per anno. Se ChiantiBanca scorporerà l'attività bancaria, secondo quanto consentito dalla legge di riforma del credito cooperativo, sarà interessato il Fondo di solidarietà dell'Associazione bancaria Italiana.
L'accordo è stato firmato da tutte le parti sindacali, cosa non comune in Toscana negli ultimi accordi fatti da Bcc che stanno effettuando operazioni di integrazione, a dimostrazione del clima fattivo e collaborativo che si è creato.
“Si tratta – ha commentato Andrea Bianchi, Direttore generale di ChiantiBanca - di esodi volontari senza nessun licenziamento e senza traumi, come la Banca aveva detto fin dall'inizio di voler fare. E' un processo di razionalizzazione responsabile che ChiantiBanca, con una efficace sinergia fra management e dipendenti, sta conducendo per darsi un futuro di banca regionale”.
Inizialmente la Banca aveva indicato in 35 le eccedenze di personale risultanti dalle due incorporazioni. Le sedi centrali delle due banche incorporate, infatti, non sono state mantenute. La trattativa si è svolta dapprima su base regionale, poi ad aprile le segreterie nazionali dei sindacati del credito hanno chiesto l’avvio della procedura in sede nazionale, primo caso del genere per una vertenza che riguarda una Bcc. Ma a metà maggio si è dovuto prendere atto che anche la trattativa nazionale era fallita.
Soltanto dopo il perfezionamento dell'incorporazione delle due Bcc condotta da ChiantiBanca attraverso un attento processo di integrazione organizzativa e di gestione del personale che ha visto la chiusura delle Direzioni generali delle due Bcc con la ricollocazione di circa 75 dipendenti nella rete sportelli e nella Direzione generale a San Casciano, il clima tra le parti si è disteso.
“E' apparso chiaro – ha proseguito Bianchi - che la richiesta di ChiantiBanca di accedere al Fondo di solidarietà per evitare gli esuberi e consentire nei prossimi anni anche un importante turnover del personale fosse la strada giusta da percorrere. Anche i due incontri che, con il Presidente, abbiamo avuto nei mesi scorsi con i dipendenti hanno confermato una comunanza di intenti tanto più importante in un momento in cui stiamo decidendo lo scorporo dell'attività bancaria. Prospettiva accolta con favore dai dipendenti stessi, perché rappresenta una grande opportunità per il futuro senza impatti occupazionali. La Banca conferma, una volta di più, di voler costruire un progetto serio, concreto, e che darà opportunità sia a chi lavora già in ChiantiBanca sia, perché no, a nuovi assunti”.
Con un protocollo separato, ChiantiBanca e sindacati hanno inoltre ampliato la tutela per i dipendenti che non hanno un contratto a tempo indeterminato.